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Ovidio


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Tacito
De oratoria,38
 
originale
 
[38] Transeo ad formam et consuetudinem veterum iudiciorum. Quae etsi nunc aptior est [ita erit], eloquentiam tamen illud forum magis exercebat, in quo nemo intra paucissimas horas perorare cogebatur et liberae comperendinationes erant et modum in dicendo sibi quisque sumebat et numerus neque dierum neque patronorum finiebatur. primus haec tertio consulatu Cn. Pompeius adstrinxit imposuitque veluti frenos eloquentiae, ita tamen ut omnia in foro, omnia legibus, omnia apud praetores gererentur: apud quos quanto maiora negotia olim exerceri solita sint, quod maius argumentum est quam quod causae centumvirales, quae nunc primum obtinent locum, adeo splendore aliorum iudiciorum obruebantur, ut neque Ciceronis neque Caesaris neque Bruti neque Caelii neque Calvi, non denique ullius magni oratoris liber apud centumviros dictus legatur, exceptis orationibus Asinii, quae pro heredibus Urbiniae inscribuntur, ab ipso tamen Pollione mediis divi Augusti temporibus habitae, postquam longa temporum quies et continuum populi otium et assidua senatus tranquillitas et maxime principis disciplina ipsam quoque eloquentiam sicut omnia alia pacaverat.
 
traduzione
 
38. ?Passo ora alla procedura tradizionale dei processi di un tempo. Sebbene oggi essa risponda meglio all'accertamento della verit?, tuttavia meglio era valorizzata l'eloquenza da quel foro, nel quale nessuno era costretto a completare la sua arringa nel giro di pochissime ore, in cui si era liberi di rinviare le cause e ciascuno si dava un proprio limite di tempo negli interventi e non esisteva un termine al numero dei giorni e degli avvocati. Fu Gneo Pompeo il primo a introdurre restrizioni nel suo terzo consolato e si pu? dire che abbia messo le briglie all'eloquenza, garantendo per? che tutto si svolgesse nel foro, nel rispetto delle leggi e davanti ai pretori. E di quanto fossero pi? importanti le questioni allora normalmente trattate davanti a loro, ne ? prova il fatto che i processi davanti ai centumviri, che ora sono considerati i pi? importanti, erano tanto eclissati dallo splendore degli altri tribunali che non esiste un singolo discorso pronunciato davanti ai centumviri che oggi venga letto, n? di Cicerone, n? di Cesare, n? di Bruto, n? di Celio, n? di Calvo, non insomma di nessun oratore di rango, con l'eccezione del discorso di Asinio Per gli eredi di Urbinia. E questo venne pronunciato dallo stesso Pollione attorno alla met? del governo del divo Augusto, dopo che un lungo periodo di pace, un prolungato distacco del popolo dalla politica, l'ininterrotto atteggiamento conciliante del senato e l'ordine sovrano imposto dal principe avevano pacato, come tutto il resto, anche l'eloquenza.?
 

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